domenica 30 maggio 2010

Mediazione e processo nelle controversie civili e commerciali: risoluzione negoziale delle liti e tutela giudiziale dei diritti.

Nella pagina eBook ed eMeroteca, l'articolo scritto da Ilaria Pagni per conto di Le Società/IPSOA su: Mediazione e processo nelle controversie civili e commerciali: risoluzione negoziale delle liti e tutela giudiziale dei diritti.

Il decreto legislativo, nell’introdurre una disciplina organica della mediazione nella controversie civili e commerciali, sulla falsariga di quanto aveva fatto gia` il D.Lgs. n. 5/03 per le controversie «societarie», valorizza questa peculiare forma di risoluzione delle liti, giocata sui tasti del contratto, anziché su quelli della sentenza: e lo fa suggerendo alle parti, e ai loro consulenti, di non escludere la possibilità che, anziché introdurre subito il giudizio, si tenti prima di raggiungere un accordo, avvalendosi dell’ausilio di un mediatore, terzo e imparziale. Il suggerimento si trasforma, con riferimento a determinate materie, nell’imposizione di un obbligo a tentare la conciliazione, ovviamente lasciando liberi i contendenti di non raggiungere alcun accordo, ove non ve ne sia lo spazio. Il decreto e` molto articolato per quanto attiene al raccordo tra mediazione e processo (tema sul quale si sofferma il commento di Paolo Porreca), mentre detta alcuni principi fondamentali, e poche regole, per quanto attiene al procedimento (il profilo e` sviluppato dal commento di Giovannni Armone).
Con una scelta, compiuta in chiusura, sulla scorta di quanto previsto dalla direttiva comunitaria e dalla delega, che è quella di fornire alle parti che raggiungano l’accordo uno strumento, il verbale di conciliazione, che consente di non ricorrere ulteriormente al giudice in caso di inadempimento dello stesso, e di fornire al credito, ad integrazione del dettato dell’art. 2818 c.c., la garanzia dell’ipoteca giudiziale. In tal modo si evita che la parte, temendo di dover comunque far ricorso al giudice per ottenere il risultato cui aspira, finisca, per questa sola ragione, per rinunciare a tentare la via della mediazione.


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